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Stretching delle gambe…o della schiena?
“Per il mal di schiena bisogna fare stretching”. Quante volte vi sarà stato dato questo consiglio da persone più o meno professioniste della salute?
Per quanto sia vero che una maggiore elasticità dei muscoli riduca la possibilità di strappi e stiramenti, molto spesso si produce un effetto negativo, soprattutto a colpa della scorretta esecuzione.
Nella maggior parte dei casi non traumatici di lombalgia si apprezza una maggiore mobilità della schiena ed una rigidità o contrattura dei muscoli della coscia, soprattutto di quelli posteriori.
Questo avvalora il collegamento tra “schiena troppo mobile” e problemi lombari di legamenti infiammati, protusioni posteriori, piccole ernie, ecc. ed il successivo consiglio di stirare i muscoli della coscia per dare più mobilità alle gambe.
Il problema sta nel fatto che quando stiriamo questi muscoli, indirettamente mettiamo in tensione anche la schiena aumentando proporzionalmente la sua debolezza. Uno stretching mirato, intelligente e salutare dei muscoli della coscia posteriore viene eseguito senza interessare i muscoli lombari (che anzi dovranno mantenere la schiena in posizione corretta).
Inoltre, recenti studi hanno invece evidenziato come il dolore e il fastidio durante tali esercizi deve essere assolutamente evitato (altrimenti il muscolo si irrigidirà in difesa) e che per guadagnare reali cambiamenti di lunghezza nel tessuto muscolo-tendineo bisogna eseguire lo stretching per un’ora continuata tutti i giorni per un mese.
“A ben pensarci quando stiamo 7-8 ore lavorative su una sedia di fronte al computer tutti ingobbiti e rilassati senza sentir dolore, non stiamo forse facendo stretching di tutti i muscoli della schiena? Su belli dritti!”